SI PUO’ STARE SENZA …

Si puo’ stare senza … knit!
Certo che sì, ed io ne sono in questi giorni la dimostrazione vivente. Sono un po’ presa dal lavoro,



e spesso faccio l’orario continuato per cercare di portarmi avanti e non sentirmi troppo in crisi per tutto quello che ancora non ho sistemato (fatica peraltro sprecata, dato che ad ogni cosa fatta pare aggiungersene una da fare o da sistemare!). Così corro, preparo cene non proprio esaltanti, sono stanca e nervosa e non riesco a fare le cose che vorrei. E soprattutto, non vado al knit con le mie amiche!



Riuscirò a recuperare, mi dico, poi penso al calendario di appuntamenti che mi aspetta e penso che arriverà Natale che non avrò fatto altro che lavorare e correre … e niente knit, ma si può stare senza!
Così mi arrabatto alla bell’e meglio, e faccio due righe per conto mio, giusto per rimanere in atmosfera e sentirmi ancora parte del gruppo, ma sto sempre senza knit! E sopravvivo!
Finchè una sera le coincidenze mariti-figli-lavori-impegni personali trovano miracolosamente un loro equilibrio e siamo tutte e quattro invitate ad un knit serale, magico, e di sabato sera. Un piccolo diavoletto ci prova a farti notare che sei stanca e forse rimanere a casa ti converrebbe ma, complici una nevicata e l’amica vicina di casa, ti infili gli stivali e parti.
All’arrivo, una torta di pane che ancora profuma la casa, un caffè dei nostri, corroborante e stimolante, quattro chiacchiere di quelle che mescolano piccoli pettegolezzi innocenti a profonde riflessioni sulla vita, che in questi giorni forse ci hanno avvicinate ancora di più, la piccola di casa che partecipa silenziosa e sorridente, e infine un regalo per tutte: la prima rosa di Natale, rossa, per “ricordarvi che presto è Natale e magari non ve ne siete accorte!”,



un altro piccolo pensiero natalizio da parte della maestra di noi tutte (per me anche un altro regalo speciale, ma come me li sono meritati?) e, allora capisci, che SENZA knit puoi stare sì, ma come stai!!!! E siccome il “come stai senza” l’hanno visto tutti, marito, colleghi, amiche, da stamattina gli stessi vedranno anche come stai CON!



Grazie a tutte, carissime!
B.

Consolazione è:



Gustare con il tè verde e menta i biscotti preparati da Barbara apposta per me.



I brownies al cioccolato con un bel caffè forte preparato da mio figlio.



La meravigliosa torta rustica che Lara ha preparato per il knit straordinario (perchè di sabato e perchè finalmente concordato dopo tanto tempo) di ieri sera.



Sferruzzare in tutti i ritagli di tempo di un pomeriggio un piccolo berrettino per un cucciolo di uomo appena nato e non ancora abbracciato e sentirsi dire dalla sua mamma che il berrettino le piace tanto e se gliene puoi sferruzzare anche uno per il fratellino più grande.



Svegliarsi la mattina e scoprire che nella notte è caduta la neve



e io in questa domenica di novembre non ho niente da fare e posso starmene tutto il giorno alla finestra a guardarla scendere e godere lo spettacolo.
G.

IRONIA….

Sì, sì, perché sono due o tre giorni che continuo a riderci su, su questo fatto che ora vi voglio raccontare e per il quale anche ora sto sorridendo.
Si avvicina il Natale e così siamo tutte indaffarate a cercare modelli, a leggere i link che Graziella ci manda e a provare a far qualcosa di natalizio prima che lo facciano le altre, da mostrare al prossimo incontro.
Vi è mai capitato di avere in testa una cosa da fare ma di avere così poco tempo, dopo la giornata di lavoro, da decidere di non andare a cercare le spiegazioni, perché perdereste qualche minuto prezioso? A me succede spessissimo e così il più delle volte parto, poi si vedrà…
Questa settimana volevo fare un uccellino bianco e rosso, molto carino, che avevo visto su Flickr con la nostra maestra.
Faccio un po’ di punti e poi decido di aumentare r-e-g-o-l-a-r-m-e-n-t-e sul cerchio perché il lavoro risulti preciso. Naturalmente avevo aumentato più del modello, e la forma era diversa. Becco, perline alle zampe, occhietto cucito e poi chiedo ai miei figli: “ cosa vi sembra?” E loro prontamente rispondono: “ una gallinella, mamma”.



Mi dico che forse loro l’hanno visto in fretta, ma il lavoro non convince nemmeno me. La sera dopo ne faccio un altro, cambio l’occhietto, cambio le zampine, ma continua a sembrare una gallinella, anche se lo appendo alla mia cucina, per guardarlo e convincermi che è un uccellino.



La terza sera sono già tre e nel frattempo ho pensato alle perline dorate, alle zampette natalizie ma…. assomigliano sempre di più a tre gallinelle… ( Lo dice anche mio marito e aggiunge “d’acqua”)
Ma il più bello accade quando ci troviamo per il Knit e voglio mostrare il lavoro alle mie amiche.
Avete presente quell’espressione che dice: “ ma questo che uccellino è mai?” Oppure “ non era mica così l’uccellino”.



Insomma, lo vedo anch’io che non convince ma chiedo lo stesso se devo continuare a farne. “Certo!” mi rispondono in coro, ma sento la mia autostima che si abbassa e mi sto convincendo di non saper fare nessun uccellino, a tal punto da voler cambiare lavoro. “ Farò ancora un berretto..”
Finalmente vedo il link di Attic 24 che Graziella mi ha mandato con un sacco di punti di domanda e capisco: meglio seguire le spiegazioni passo per passo. La quarta sera, di nuovo al lavoro, rido di me stessa guardando le gallinelle e finalmente un uccellino più simile al modello esce dalle mie mani.



Giudicate voi e ridete, ridete con me, che se vi passo un po’ di buonumore con questo esperimento io sono già contenta… Alla prossima L.

Baktus mania

Un pomeriggio di agosto che non sapevo che lavoro portare al nostro knit, ho iniziato un baktus e l' ho portato con me all'incontro. Le amiche curiose mi hanno subito chiesto cos'è un baktus, io le ho subito indirizzate su questo link dove ho trovato un'infinità di modelli di tutti i colori, mentre le spiegazioni le ho trovate su Raverly. Il primo baktus dunque è stato questo che indossa la mia amica alla quale è piaciuto moltissimo, ed è piaciuto anche alle amiche del knit che ne hanno realizzato tutte almeno uno e qualcuna più d'uno.



Sotto, nelle foto, la nostra supporter ne indossa 2 modelli.





E' un lavoro molto semplice da fare e anche divertente e veloce. Si inizia con quattro punti e si prosegue aumentando una maglia ogni quattro ferri sempre sullo stesso lato. Quando si è raggiunta la metà della lunghezza desiderata si inizia a diminuire un punto ogni quattro ferri sempre sullo stesso lato. Facile no?



La piccola ha voluto provare anche lei a fare qualche punto sul baktus della mamma
che ha preferito lavorarlo con una morbidissima lana azzurra.



Infine due versioni sui toni del verde. Una con motivi traforati e l'altra semplicemente beige e verde oliva fino a metà e poi sempre beige e verde bottiglia la parte rimanente.
Esiste anche un altro baktus creato da Babette che, addosso ad un giovane artista ha preso il volo per New York prima di essere fotografato. Caro newyorkese, se ogni tanto ci leggi, sappi che aspettiamo una tua fotografia con il baktus in questione, magari ripresa al Central Park o sul Ponte di Brooklyn per aggiornare questo post.
G.

Care amiche del knit e supporters

Vi ricordate venerdì, al "Pranzo di Babette" (si, si ha ragione Aracne, quella sera Baby si è trasformata in Babette, sia per l'entusiasmo ad esibire le sue capacità culinarie che per la qualità e la bontà delle portate) abbiamo parlato di addobbi natalizi da preparare per l'albero e io mi sono ricordata di una mia decorazione, tra le tante, che conservo con molta cura e che si potrebbe copiare?



Beh, eccola!

L'ha realizzata tempo fa una mia amica. E' una piccola culla ricavata dal guscio di una noce contenente una bambolina che potrebbe essere Gesù Bambino.





Della stessa amica è anche quest'altra creazione: un fiocco di neve composto da perline rosse tonde e altre trasparenti di forma allungata.



Incantevoli entrambe secondo me. E a voi? Quale piace?
G.

Cena per sei

Vi è mai capitato di ricevere un invito a cena, a casa di un’amica, così semplicemente perché avete fatto una gita insieme? A noi è successo… Dalle parole ai fatti, in quattro e quattr’otto tutto era organizzato! “Venerdì sera vi aspetto tutte, non mancate” diceva l’sms. Tutto bene. Arriviamo una alla volta all’appuntamento. La cuoca ( con la C maiuscola ) ha già preparato tutto, anche se era appena tornata dal lavoro… Tanto che una delle amiche che abita vicino, non vedendo la luce accesa dalla finestra, aveva cominciato a pensar male.
La tavola era bellissima, preparata ad arte sopra una romantica tovaglia bianca ricamata tono su tono dalla mamma. M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-A.



R. è arrivata con un pezzo del buonissimo formaggio “Bagoss”, regalo sempre gradito, da buoni intenditori.



Mentre arrivavano tutte, qualcosa di gustoso era in forno, ed emanava un buon profumo. Erano i fagottini al formaggio con sorpresa, pronti da assaggiare in attesa del primo piatto.



Alle 20.15, puntualissime, eravamo tutte e sei pronte a cominciare.
Il pane messo sulla tavola era buonissimo ... certo, cotto a puntino da Barbara che nel suo vestitino elegante si dava da fare per ultimare la cottura del risotto…



Credo non sia capitato a molti di mangiare un appetitoso risotto con uva bianca, servito in maniera così egregia, in un cestino di formaggio grana, su foglie di vite del suo pergolato. Un grande piacere per gli occhi e per il palato!



Il secondo non si è fatto attendere molto, appetitoso e colorato. Un vassoio di formaggi squisiti con una marmellata di fichi casalinga e una seconda di pere e limoni. Accompagnava bene il formaggio “puzzone di Moena” il miele d’acacia che la nostra padrona di casa aveva preparato con frutta secca, pinoli, uvetta, mandorle….
Il contorno era formato da soncino con semi di melagrana e una buonissima insalata di finocchi con arance e olive, da provare.




Non penserete mica che nel frattempo siamo state in silenzio, vero? Abbiamo fatto ogni tipo di discorso, dal più serio a quello rilassante, dal più triste a quello più allegro, in completa armonia e buon umore.

Ma ora la parte finale tocca ai dolci. Barbara prepara i piattini e le forchettine per l’occasione e… suona il campanello. Ma sì, proprio così, la nostra lettrice super mamma, quella delle tre piccole, è riuscita a raggiungerci, con la più piccola nel seggiolino, per distrarsi un po’ e fare due ferri della nuova sciarpa. Molto bene.
Dicevamo, le torte, una l’ha fatta Marisa ed era una crostata con marmellata di castagne, l’altra era opera della cuoca di casa ed era riempita di marmellata al rabarbaro.



Caffè per tutte che concilia il sonno, dopo un pasto così, e poi tutte ad ammirare i vasi autunnali che Graziella aveva preparato. Come si poteva arrivare a mani vuote alla prima cena del Knit. Brava K., il ciclamino è proprio bello.



Alla fine come non pensare un po’ al Natale che sta arrivando? Qualche rivista e progetti al computer.
Ed ecco le 00.30. una cena grandiosa e una serata bellissima. Alla prossima, perché per ora potevamo solo farvi ingolosire. Magari in seguito potrete avere le ricette in anteprima. Che ne dite? L.

ELOGIO DELLA PASSEGGIATA. IL PERCORSO DELLE NOCI

Prendi una giornata, riempila ben bene di lavoro, spesa, casa, pranzo, shakera un po’ e avrai senza dubbio garantita una serata fiacca, in cui non vedi l’ora di andare a letto, per cercare di recuperare le forze e sperare che “domani è un altro giorno”, come diceva Rossella O’Hara.
Prendi invece la stessa giornata, lasciati convincere a piazzarci nel mezzo, proprio nel mezzo esatto, una passeggiata in ottima compagnia, shakera gli stessi ingredienti e, voilà, la serata sarà ben diversa, perché non vedrai l’ora di fare due righe, seduta rilassata sul divano, mentre ripercorri la giornata appena trascorsa e la racconti a tuo marito.
Bene, esattamente così è andata la mia giornata di oggi. Gli ingredienti erano più o meno gli stessi di sempre; mi aspettava un giorno lungo, con mille cose da fare, tanto che ho accettato l’invito a fare una passeggiata dapprima solo per amicizia. E vabbè, tra mille cose e mille più una cosa vuoi che cambi? La mattinata è volata, tra faccende di casa, qualche mail al computer, il pranzo da preparare e la cena almeno da organizzare. Alle undici e mezzo mi cambio, una tuta leggera e scarpe comode, la giornata è bella ma il sole fa capolino solo ogni tanto e arrivo puntuale all’appuntamento. Si parte!
L’amica ha, come sempre, la macchina fotografica al collo ed un sacchetto di plastica in tasca. Chiacchieriamo piacevolmente, di tutto un po’, la tensione comincia ad allentarsi; ci togliamo la giacca, iniziamo ad ammirare i colori del bosco,








gli uccellini sugli alberi, le foglie, gli ultimi fiori nei prati,





qualche dalia rimasta nei giardini e l’amica inizia a raccogliere noci.





Noci! Ci sono alberi di noci dappertutto,




e mi tornano alla mente le domeniche mattina con mio papà, a fare incetta di noci per l’inverno (che buono il pane con le noci!), e quello che stupisce è che nessuno le raccolga più. L’amica, saggia, mi racconta di quante ne ha raccolte nelle sue passeggiate serali, con la pila, e mi fa deviare da una stradina all’altra per poter riempire il sacchetto. “Ricordati di farle asciugare qualche giorno al sole prima di mangiarle, sennò la pellicina non si stacca!“, aggiunge l’esperta. E mentre mi godo ogni cosa, il sole, la compagnia, raccolgo distrattamente alcune noci e comincio a mangiarle. Che bontà! Alla fine del percorso il sacchetto è colmo, tanto che devo portarlo in braccio per la paura che si rompa, perché poi l’amica le ha regalate a me, quelle noci.
La promessa è di rifarla al più presto, una passeggiata insieme, magari ancora alla “cerca delle noci”, come direbbe fra’ Cristoforo, ma no, era fra’ Galdino … Ma stavolta aderirò subito con entusiasmo, perché poi il resto del giorno, anche se pieno, è stato più facile; il lavoro ha reso bene, i colleghi soddisfatti, la cena era quasi imbastita e la serata ancora lunga e ricca di possibilità. Inoltre le noci, stese di sotto ad asciugare, rallegreranno la nostra tavola quest’inverno.
Dovrò proprio farla, la mia torta di noci, e farla assaggiare all’amica!
Grazie G!
B.

TURISTE PER CASO….

Spero, care amiche, che abbiate un po’ di tempo per leggere questo racconto di una giornata speciale, perché ci sono così tante cose da dire, che quasi non so da dove cominciare. Ma se andrò con ordine, riuscirò a raccontarvi tutto…
Innanzitutto l’idea è nata un po’ di tempo fa, dopo aver fatto un commento ad un post del blog lagriccia chiedendo se sarebbe andata alla Firucola dei pastori, nella città di Firenze. Lei molto molto gentilmente ci ha risposto ”Certo che ci sarò, se venite beviamo un caffè assieme”. Ma perché non andiamo a Firenze? Ci siamo dette….
Un po’ titubanti noi diciamo sì ad ogni proposta e poi speriamo che tutto si realizzi al più presto. La nostra maestra blogger si è informata su luoghi e tempi, la socia trascinatrice ha trovato la sistemazione per il viaggio, e noi, abbiamo sistemato figli e mariti, perché la partenza fosse proprio sabato 6 novembre.
Alle ore 6.00 del mattino, puntuali, eravamo sveglissime e finalmente consapevoli di essere davvero in partenza…



Si sono unite, a noi quattro del blog, due lettrici amiche e sostenitrici che per gioco chiamavamo fans.



Il viaggio è stato veloce e tranquillo e la compagnia si è rivelata subito azzeccata.



In piazza Santissima Annunziata, la Fierucola dei pastori ci è sembrata subito molto attraente, piena di colori,



profumi e oggetti meravigliosi ai nostri occhi.




Ma, poco dopo essere arrivate, un sms ci avvertiva che la nostra amica blogger Lagriccia era arrivata… L’abbiamo raggiunta subito, anche se all’inizio qualcuno di noi faceva un po’ la timida… e’ stato come un incontro tra amiche che non si vedono da tempo. La signora ci ha accolto con un caloroso saluto, e un affettuoso invito a bere qualcosa in una splendida pasticceria lì vicina. Pensate che ha addirittura offerto tutto lei, a noi, sei trentine arrivate lì per caso. La conversazione è stata molto piacevole, lei è una cara persona che sa mettere a proprio agio gli altri, parlando di sé e dei suoi interessi con semplicità ma anche tanto entusiasmo, e in effetti ci sentivamo proprio così…

Assieme a lei abbiamo completato la visita al mercatino con quelle bellissime bancarelle che offrivano oggetti fatti a mano, vestitini meravigliosi, lana colorata in modo naturale, fiori secchi e tutto quello di cui parliamo spesso … e di cui abbiamo memorizzato qualche modello.









I profumi si alternavano, il pane al farro, il peperoncino, e….rosmarino sparso su tutta la piazza, inebriante e dolcissimo.
Dopo aver goduto di tutto questo e salutata la nostra amica, abbiamo deciso di incamminarci verso Santa Maria del Fiore e il campanile di Giotto.



C’era tanta gente che voleva salire in alto, sulla cupola, ma noi volevamo vedere altre cose…
Abbiamo mangiato qualcosa lì vicino e poi via, verso Piazza della Signoria.



Una nostra amica ci aveva dato un compito ben preciso: salutarle il David e darle una pacca sul lato B per lei. Eseguito. Poi ancora vetrine, qualche acquisto


ed ecco il Ponte Vecchio.



La foto ricordo è d'obbligo.

Tanti gioielli, sì, ma noi abbiamo già avuto un regalo prezioso, amiche sincere, che valgono molto più dell’oro e così abbiamo solo dato un’occhiata veloce….ci piaceva di più la vista panoramica.
Poi via ancora lungo le stradine, un caffè, un gelato speciale e poi ancora un ponte, da cui vedere l'Arno d'argento.



Siamo quindi andate verso la chiesa di Santo Spirito e ci siamo fermate per un po’.

Nella piazza un negozio sembrava fatto su misura per alcune di noi, con sacchi colorati di semi, fagioli, lenticchie ed oggetti carinissimi in legno. Due di noi hanno comprato i semi della pianta di caffè. Chissà se fra un po’ leggeremo di una pianta meravigliosa…



Ed eccoci, ancora una pausa, sedute al bar, con davanti dolci e leccornie di ogni tipo, un ultimo caffè fiorentino e infine Santa Maria Novella nell'incanto della luce della sera.

Beh, che dire, più fortunate di così… Il viaggio è stato un’altra volta tranquillo, eravamo un po’stanche, qualcuna aveva le vesciche ai piedi, ma tutte eravamo molto molto contente. Alle 21.00 eravamo a casa, abbiamo potuto godere ancora un po’ della serata in famiglia per poi riposare, C-A-R-I-C-A-T-I-S-S-I-M-E.
P.S. Un ringraziamento particolare va alle nostre due amiche che ci hanno accompagnato. Sono state molto di compagnia, simpatiche e … comprensive. In poche parole… a loro andava tutto bene. Speriamo di poter godere ancora della loro simpatia, in altre occasioni. Grazie.
Un altro grazie sincero lo dobbiamo a lagriccia, che ci ha accolto con estrema simpatia e dolcezza. L.

BERRETTI CALDI

  Non sto lavorando a grandi progetti da un po’ di tempo, ma mi piace di tanto in tanto dedicarmi alla creazione di piccole cose simpatiche...

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